Appartamenti

Di resina, di legno e di passato

Credits

Interior Designer

Zenucchi Design Code

Un appartamento che richiama il passato, regalando scorci nuovi.

Nel cuore di Bergamo, c’è un appartamento che somiglia ad un hotel. Un hotel di lusso, di quelli in cui – quando varchi la soglia – ti senti speciale. È un appartamento che sa di famiglia, di vita e d’accoglienza. Ha spazi ampi, vivibili e confidenziali. È insieme nuovo e vissuto, ordinato e straordinario. Ha dettagli studiati, inserti preziosi. Ha colori perfetti, e geometrie originali. E richiama il passato, regalando scorci nuovi. Plasmato da Zenucchi Design Code, è ricco di ricordi: i quadri di famiglia, gli arredi antichi. Perché è prima di tutto una casa, questa. Nel suo più profondo significato. È la casa di una mamma, di un papà, e dei loro tre figli. È la casa di giornate tranquille, di rientri sereni. Di sorrisi, di racconti, d’ospiti e di parole. Lo racconta ogni suo angolo, ogni sua stanza. A cominciare dal soggiorno. Qui, l’ampio divano Jagger di Rodolfo Dordoni (2007, Minotti) è morbido e informale. Insieme alla poltrona – rivestita con tessuto a quadri di Minotti – guarda al camino, con la sua parete laccata opaca (realizzata su misura), le librerie a lato e un porta-legna in lamiera di ferro cerata. Si affaccia, il divano, su pareti in resina cementizia color biscotto, che ospitano quadri antichi e s’accendono di luce. Si lascia accarezzare da tende grigie, e strizza l’occhio ai complementi: la vecchia cassapanca, il tavolino Cesar di Rodolfo Dordoni (Minotti), che somiglia a un pezzo d’arte. E poi, sul retro, la madia di Ceccotti. Che ha le ante scorrevoli, e divide – visivamente – il soggiorno dalla zona pranzo. Una zona preziosa, elegante. Dove il tavolo – modello Xilos di Antonio Citterio (2012, Maxalto) – ha un ampio diametro e un piano in marmo Calacatta. Lo circondano sei sedie ristrutturate nell’anima, finite in gommalacca e rivestite con tessuti pregiati. Sono eleganti, quelle sedie, d’un eleganza antica. Come i pouf, le panchette, come i mobili d’un tempo.

Le pareti disegnano spazi unici, che stupiscono.

La lampada Bolle di Massimo Castagna (2014, Gallotti & Radice), struttura in ottone brunito e sfere soffiate, ha un’aria regale. Illumina il marmo, e con lui il pilastro nero la cui lamiera è un contrasto splendido, con quella parete in legno dalle diverse essenze. Perché sono le pareti, qui, a fare la differenza. A disegnare spazi che sono unici e che stupiscono. Le pareti d’ingresso, dove uno specchio fumé grigio nasconde il guardaroba; le pareti in resina cementizia, e quelle in essenza. Le pareti che integrano le porte: una in palissandro, che apre sul corridoio, l’altra finita come le mura che chiudono lo studio. E poi la boiserie che – in palissandro, rovere e frassino – comincia in sala pranzo e disegna il corridoio. Qui, un armadio su misura ha le ante in finitura laccata di Poliform (come gli armadi delle camerette), mentre le porte dei bagni – in tamburato – sono rivestite internamente in palissandro ed esternamente nelle tre essenze della boiserie. Le loro cornici sono a scomparsa, le sopra-porte in vetro trasparente. Hanno le maniglie satinate, e un’eleganza senza eguali. Come anche lo studio, dove la scrivania Segreto di Andrèe Putman (2007, Poltrona Frau) è rivestita in pelle grigia, le sedie sono in velluto e la libreria Bibliotech di Piero Lissoni (Porro) ha l’anima del legno. Anche la camera padronale, è elegante. Col suo tappeto vintage, con la parete rivestita a specchio e con l’armadio che – modello Backstage di Antonio Citterio (B&B Italia) – ha le ante rifinite in gommalacca e gli interni in pelle, dai led illuminati. Per la verità, in questo appartamento nel cuore di Bergamo, tutto è eleganza. Il pavimento in porfido e poi in noce, i bagni coi sanitari pregiati e i rivestimenti pure: la resina cementizia delle pareti, le docce in pietra basaltina e marmo Statuario (nel bagno padronale), oppure in marmo Calacatta (nel bagno dei figli). I mobili laccati opachi, gli specchi, i tavolini in legno massello. E poi, in cucina, un tocco d’estro: i mobili Hi-line di Dada – laccati bianchi e con schienali in corian – poggiano contro le colorate geometrie di Azulej. Un rivestimento disegnato da Patricia Urquiola per Mutina, che valorizza il cemento idraulico e che ricorda gli ornamenti azulejos. Perché, in quest’abitazione, le sorprese non mancano. Stanno nelle pareti, nel passato. In elementi che – della famiglia – raccontano la storia.

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